Monticchio, micascisti eclogitici e andesiti
Il Monticchio è un rilievo (1697 m s.l.m.) situato a ovest del Bocchetto Sessera lungo lo spartiacque tra la Valle Cervo e la Valle Sessera (fig. 1). Questo rilievo è formato sia da micascisti eclogitici appartenenti alla Zona Sesia-Lanzo che da andesiti appartenenti al magmatismo oligocenico periadriatico. I micascisti sono rocce metamorfiche che per via del contenuto in muscovite (minerale membro del gruppo delle miche) e del modo in cui sono allineati i minerali ad abito micaceo, lungo particolari superfici, hanno caratteristiche meccaniche che li rendono facilmente divisibili lungo i piani di scistosità e risultano facilmente erodibili (fig. 2); queste caratteristiche danno luogo a una risposta geomorfologica costituita da forme arrotondate con pochi affioramenti rocciosi e poco detrito di falda (fig. 3). Le andesiti, invece, sono rocce magmatiche effusive (vulcaniti) presenti nel settore orientale del rilievo ed essendo più dure dei micascisti formano versanti più ripidi con presenza di affioramenti rocciosi e detrito di falda (figg. 4-6). Percorrendo la Panoramica Zegna (SP 115) dal fondovalle della Valle Cervo verso il Bocchetto Sessera, poco dopo la Sella del Cucco, si raggiunge il versante sud-sud-est del Monticchio costituito da micascisti e caratterizzato da un importante fenomeno di deformazione gravitativa profonda di versante (fig. 7). L’intenso sollevamento tettonico in atto a nord della Linea del Canavese, costituita da un sistema di faglie, che passa dal Bocchetto Sessera ha favorito i fenomeni gravitativi; essi tendono ad equilibrare la situazione, possono coinvolgere interi versanti e la loro genesi è controllata da diversi fattori tra cui il rilievo, l’attività tettonica e l’assetto lito-strutturale. Le deformazioni gravitative profonde di versante (di seguito indicate come DGPV) implicano deformazioni plastiche con spostamenti estremamente lenti, coinvolgono vaste superfici, grandi volumi di roccia con notevoli profondità di deformazione. Le evidenze morfologiche sono numerose, in questo caso si ha un versante costituito da roccia duttile a grande scala (rocce metamorfiche scistose) caratterizzato da una forma concavo-convessa che rientra nella tipologia citata in letteratura come sackung (DRAMIS & OLLIER, 2016). Le DGPV sono processi policronologici, non collegabili direttamente al postglaciale, con un’estensione cronologica che comprende un intervallo di tempo decisamente maggiore legato all’evoluzione strutturale della catena alpina (CARRARO, 2012). Anche il versante sud-ovest del Monticchio presenta una DGPV che ne caratterizza l’aspetto (fig. 8). Proseguendo lungo la strada, dopo il Torrente Canaggio (fig. 9), si possono osservare affioramenti di andesite e detrito di falda sino al Bocchetto Sessera (figg. 10-12). Il marcato solco di versante in cui scorre il Torrente Canaggio è un’incisione erosiva controllata dal contatto tettonico tra la formazione dei micascisti eclogitici e quella delle andesiti. Questo solco di versante con i micascisti sul lato destro orografico e le andesiti su quello sinistro (figg. 13-15), così come il cambiamento di pendenza della dorsale est del Monticchio nella zona sovrastante costituiscono un esempio di forma con influenza strutturale (fig. 16); il modellamento è dovuto a processi esogeni e condizionato in modo passivo dalla discontinuità litologica che attiva la potenziale selettività del processo erosivo (morfoselezione) nelle zone di maggior debolezza. Il settore andesitico del Monticchio ha la sua massima elevazione in corrispondenza dell’anticima (1623 m s.l.m), situata sulla dorsale est, e si estende, a monte della SP 115, dal Torrente Canaggio al Bocchetto Sessera (fig. 17). Nel versante nord-nord-est del Monticchio (Valsessera) gli affioramenti andesitici sono presenti sempre a partire dall’anticima lungo tutto il versante, affioranti tra il Rio del Druetto a ovest e il Rio del Bocchetto a est, e sono facilmente visibili percorrendo le piste e i sentieri esistenti (figg. 18-19). Al di sotto della SP 115 il Torrente Canaggio incide direttamente la fascia andesitica (figg. 20-21); sul lato destro orografico per via dei depositi gravitativi di versante, costituiti da micascisti, che si manifestano in modo estensivo non è possibile definire con chiarezza il contatto tettonico tra le formazioni rocciose. La fascia andesitica è osservabile verso sud-sud-ovest, occupa parte del lato destro orografico del Torrente Morezza di cui è tributario il Torrente Canaggio; essa diviene via via più stretta in direzione del fondovalle della Valle Cervo. Questa fascia presenta molti affioramenti rocciosi (fig. 22-23) che risultano parzialmente occultati dai depositi gravitativi di versante, costituiti da micascisti, nelle zone più prossime ad essi. In prossimità dei depositi gravitativi citati si possono ancora osservare le andesiti nelle incisioni torrentizie come ad esempio in quella dell’affluente di sinistra del Rio Consalino (fig. 24). Negli alvei di queste incisioni torrentizie le andesiti si presentano con affioramenti e detriti dovuti alla loro degradazione; sono presenti anche clasti di micascisto, appartenenti a varie classi granulometriche, trasportati verso valle non da movimenti in massa, ma dall’azione torrentizia dove l’acqua funge da agente di trasporto. I micascisti eclogitici sono parte della Zona Sesia-Lanzo, elemento del sistema Austroalpino, delimitata a sud-est dalla Linea del Canavese. Queste rocce si sono formate durante l’orogenesi alpina. I micascisti eclogitici sono costituiti essenzialmente da quarzo e muscovite e subordinatamente da percentuali variabili di granato, omfacite ed anfibolo; quelli presenti sulle pendici del Monticchio sono quarzo-micascisti, in grado variabile feldspatici con gli elementi colorati che possono mancare anche completamente (BORTOLAMI et al., 1967). I micascisti eclogitici sono rocce tipiche di metamorfismo orogenico con paragenesi di alta pressione e bassa temperatura che risalgono al Cretaceo (evento metamorfico eoalpino) e derivati da protiliti pelitici o marnosi. I processi metamorfici avvenuti testimoniano l’avvenuta subduzione della litosfera oceanica dell’Oceano Ligure-Piemontese al di sotto della microplacca Adria. La catena alpina, infatti, è il prodotto dell’evoluzione Cretaceo-attuale della convergenza tra la placca europea e la microplacca Adria (iniziata tra circa 120 e 90 milioni di anni fa) che ha portato alla subduzione dell’Oceano Ligure-Piemontese, alla sua completa consunzione e alla successiva collisione tra blocchi continentali avvenuta intorno a 30 milioni di anni fa. A livelli profondi si è sviluppato un metamorfismo di alta pressione e bassa temperatura dovuto all’anomalia termica prodotta dalla subduzione della litosfera oceanica. La collisione avvenuta tra blocchi continentali ha originato, a partire dal Miocene, due diverse catene, una scivolata verso l’Europa, l’altra verso la microplacca Adria. La catena delle Alpi ha quindi una doppia vergenza e l’edificio a falde che si è generato ha creato un ispessimento della litosfera. La crosta continentale ispessita ha creato una situazione di disequilibrio compensata da una spinta litostatica che unita al perdurare degli sforzi compressivi ha provocato il sollevamento lento e costante (isostasia) dell’edificio alpino e i processi erosivi che ne conseguono. Le due catene risultano saldate da una poderosa linea di sutura, un insieme di faglie, nota come Lineamento Periadriatico o Linea Insubrica che attraversa le Alpi da est ad ovest e che nel segmento più occidentale prende il nome di Linea del Canavese. La Linea del Canavese è costituita da un sistema di faglie assai prossimo al rilievo del Monticchio in quanto passa dal Bocchetto Sessera che ne costituisce l’espressione morfologica. La Linea Insubrica attivandosi ha permesso lo svincolo del sistema sudvergente separando unità in origine contigue che hanno poi subito un trasporto tettonico diverso; da un lato il dominio Austroalpino deformato e metamorfosato a partire dal Cretaceo con le falde traslate verso nord e dall’altro il dominio Sudalpino (Alpi Meridionali) raccorciato e deformato a partire dall’Oligocene vergente verso sud, costituito dal margine della placca Adria. I rilievi a est del Bocchetto Sessera appartengono al Sudalpino mentre invece quelli a ovest appartengono all’Austroalpino al quale appartiene la Zona Sesia-Lanzo. Gran parte dei rilievi dell’Austroalpino pur trovandosi a nord del Sistema Insubrico sono formati da lembi della crosta e del prisma di accrezione africano scivolati verso l’Europa e al di sopra delle altre falde alpine. Quindi i micascisti dell’area trattata in questa pagina, prima della chiusura dell’Oceano Ligure-Piemontese si trovavano nella porzione della microplacca Adria (margine africano) prossima all’oceano. L’andesite è una roccia magmatica effusiva ed è considerata il componente effusivo della diorite. Il nome deriva dalla catena delle Ande dove queste rocce sono diffuse. Le andesiti hanno una tessitura porfirica con plagioclasio dominante (bianco), biotite e anfibolo che si distinguono da una massa vetrosa o a grana molto fine; hanno struttura massiccia, a volte con bruschi cambiamenti di grana e di colore che cambia a seconda della quantità di impurità presenti nella roccia (grigio, bruno nerastro, verdastro o rossastro). Le andesiti del Biellese appartengono al magmatismo oligocenico periadriatiatico che è un evento di breve durata (5 milioni di anni circa) e si manifesta con plutoni, filoni e vulcaniti esposti lungo una fascia che segue il lineamento omonimo. Questo evento ha un’età di 33-29 milioni di anni ed è avvenuto durante l’orogenesi alpina, nelle fasi avanzate della collisione continentale tra le placche europea e Adria, nella fase finale tardorogenica, in condizioni distensive; è successivo alla fase principale di strutturazione della catena alpina, poiché è esente da metamorfismo. Le sequenze vulcaniche oligoceniche del Biellese sono le uniche preservate nel settore italiano delle Alpi; esse ricoprono il margine sud-est della Zona Sesia-Lanzo, costituiscono una lunga e ristretta fascia delimitata all’interno dalla Linea del Canavese (DAL PIAZ, 1992). Queste coperture vulcaniche rappresentano gli episodi superficiali dello stesso magmatismo del Plutone della Valle del Cervo e dello stock di Miagliano. Associati alle lave si riconoscono anche livelli clastici di origine piroclastica o legati a processi erosivi che hanno asportato buona parte delle coperture vulcaniche originarie. I filoni andesitici (filoni di porfiriti) dal punto di vista petrografico e geochimico corrispondono alle andesiti e costituiscono, infatti, i camini di adduzione delle originarie coperture vulcaniche ma hanno una tessitura diversa con cristalli di dimensioni maggiori che indicano un raffreddamento in condizioni intrusive superficiali e cristallizzazione lenta tipica delle rocce filoniane. I filoni andesitici costituiscono un apparato filoniano e sono presenti nel basamento Sesia-Lanzo e in misura minore anche in quello Sudalpino. Percorrendo la SP 115, così come descritto più sopra, poco prima dell’attraversamento del Torrente Canaggio è possibile osservare una manifestazione filoniana sotto forma di un dicco andesitico intruso nei micascisti eclogitici (fig. 25). I toponimi indicati sono stati tratti da (1).
(1) PROVINCIA DI BIELLA (2018) - Carta dei sentieri: BIELLESE nord occidentale, foglio 2. Scala 1:25.000. Biella.
BIBLIOGRAFIA
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SERVIZIO GEOLOGICO D’ITALIA (1966) - Carta Geologica d’Italia: Foglio 43 Biella. Scala 1:100.000. II Edizione.
Fig. 1. Il Monticchio, sullo sfondo, lungo lo spartiacque tra la Valle Cervo e la Valle Sessera.
Fig. 2. Micascisto eclogitico, nei pressi di Alpe Mosino.
Fig. 3. Versante ovest del Monticchio caratterizzato da forme arrotondate con pochi affioramenti rocciosi e poco detrito di falda.
Fig. 4. Masso di andesite nel detrito di falda a monte della SP 115.
Fig. 5. Affioramento roccioso di andesite con alla base un deposito detritico a monte della SP 115.
Fig. 6. Versante ripido con detrito di falda andesitico a monte della SP 115.
Fig. 7. Versante sud-sud-est del Monticchio caratterizzato da un'importante fenomeno di deformazione gravitativa profonda di versante. Le aree di colore violaceo presenti nel versante sono l'espressione cromatica della fioritura di Calluna vulgaris (L.) Hull. (Brugo).
Fig. 8. Versante sud-ovest del Monticchio caratterizzato da una deformazione gravitativa profonda di versante.
Fig. 9. Solco di versante in cui scorre il Torrente Canaggio.
Fig. 10. Affioramento di andesite lungo la SP 115.
Fig. 11. Particolare dell'affioramento di andesite della figura precedente.
Fig. 12. Affioramenti di andesite e detrito di falda a monte della SP 115.
Fig. 13. Torrente Canaggio con affioramenti di micascisti eclogitici a sinistra e andesitici a destra.
Fig. 14. Alveo del Torrente Canaggio con massi di micascisto eclogitico (freccia blu) e di andesite (freccia rossa).
Fig. 15. Detrito di falda appartenente ai micascisti eclogitici, in primo piano, e detrito di falda appartenente alle andesiti, in secondo piano. Il Torrente Canaggio scorre tra i due depositi detritici.
Fig. 16. Solco di versante in cui scorre il Torrente Canaggio (linea puntinata) al di sopra del quale a partire dall'anticima (freccia) la dorsale cambia pendenza.
Fig. 17. Settore andesitico del Monticchio attraversato dalla SP 115.
Fig. 18. Affioramento di andesite tra il Bocchetto Sessera e l'Alpe Baraccone.
Fig. 19. Affioramento di andesite tra il Bocchetto Sessera e il Rio del Druetto.
Fig. 20. Fascia andesitica incisa direttamente dal Torrente Canaggio al di sotto della SP 115.
Fig. 21. Affioramento andesitico sul lato sinistro orografico del Torrente Canaggio al di sotto della SP 115.
Fig. 22. Affioramento andesitico a monte di Reg. Ponte Chiaro.
Fig. 23. Affioramento andesitico a monte di C.na Sciura.
Fig. 24. Andesite nell'incisione torrentizia dell'affluente di sinistra del Rio Consalino.
Fig. 25. Dicco andesitico intruso nei micascisti eclogitici lungo la SP 115.