Torrente Cervo, cornubianiti
Le cornubianiti sono rocce tipiche del metamorfismo di contatto. Nel metamorfismo di contatto o termometamorfismo il calore liberato dalle intrusioni ignee fornisce l’energia per la ricristallizzazione e la creazione di nuovi minerali metamorfici; si formano rocce che di solito non hanno foliazione, motivo per cui risultano difficili da rompere e sono molto dure, infatti, sono chiamate anche hornfels (nome usato nelle lingue straniere) che significa pietra dura (KLEIN & PHILPOTTS, 2018). Le trasformazioni termometamorfiche avvengono nelle rocce incassanti che costituiscono un involucro intorno ai plutoni e in seguito al sollevamento e all’erosione si trovano esposte in superficie a costituire un’aureola metamorfica che può avere un’ampiezza variabile (SANTO & PECCERILLO, 2021). L’ampiezza di un’aureola metamorfica può raggiungere dimensioni anche chilometriche; la capacità termica dell’intrusione influisce nel determinare il grado metamorfico massimo raggiunto dalle rocce più prossime al contatto e a seconda del tipo di protolito le cornubianiti si presentano in varie facies metamorfiche definite in base ai minerali presenti (MORBIDELLI, 2014). La pressione del termometamorfismo è bassa, motivo per il quale le rocce sviluppano raramente strutture orientate, ma assumono una consistenza compatta e coerente che le rende molto dure (SANTO & PECCERILLO, 2021). Se le rocce mantengono motivi anisotropi come scistosità e listature possono venire descritte, se silicatiche, come cornubianiti scistose, oppure laminate o listate e anche come scisti cornubianitici o arenarie cornubianitiche; questi nomi possono essere aggettivati a seconda della presenza dei minerali più tipici (D’AMICO, 1973). Il Plutone della Valle del Cervo, di età oligocenica, presenta una caratteristica struttura ad anelli subconcentrici con composizione eterogenea (fig. 1); si è formato per intrusioni successive, con un nucleo granitico, una fascia mediana di sienite e un anello esterno di monzonite. Una faglia trasversale alla Linea del Canavese, appartenente ad un sistema di faglie tardive trasversali agli andamenti tettonici regionali, attraversa il Plutone della Valle del Cervo (BORTOLAMI et al., 1967); questa faglia ha favorito l’incisione della Valle Cervo che permette di poter osservare anche le facies più interne del plutone. Il Plutone della Valle del Cervo con la sua intrusione in una zona crostale più fredda ne ha perturbato lo stato termico e insieme all’attività dei fluidi ha dato luogo a trasformazioni termometamorfiche nelle rocce incassanti formando intorno a sé un’aureola metamorfica; le rocce incassanti appartengono alla Zona Sesia-Lanzo attribuita al Dominio Austroalpino. Le trasformazioni sono più intense all’immediato contatto del corpo magmatico per poi diminuire gradualmente verso il margine esterno dell’aureola metamorfica sino a scomparire. Nelle zone più calde, in prossimità del contatto con il plutone, le rocce incassanti hanno subito maggiormente gli effetti del termometamorfismo trasformandosi in tipiche cornubianiti. Il magma con la sua azione metasomatica sulle pareti delle rocce incassanti ha trasformato i micascisti eclogitici in cornubianiti biotitiche grigio-violacee, gli gneiss minuti in cornubianiti grigio-verdi e gli gneiss occhiadini in cornubianiti occhiadine grigie; cornubianiti scistose si trovano frequentemente come inclusi poco riassorbiti sia nelle monzoniti periferiche che nelle sieniti della parte mediana del Plutone della Valle del Cervo (FIORENTINI POTENZA, 1969). All’interno del Plutone della Valle del Cervo si riscontrano diversi tipi di mineralizzazioni idrotermali costituite da argento, oro, molibdeno, piombo, rame e tungsteno; nelle rocce incassanti della Zona Sesia-Lanzo, al tetto originario dell’intrusione, le mineralizzazioni sono presenti all’interno di vene contenenti tormalina e costituite da argento, ferro, oro, piombo, rame e tungsteno (ROSSETTI et al., 2007). L’ampiezza delle aureole metamorfiche dipende dalle caratteristiche del magma (profondità dell’intrusione, dimensione e forma del corpo magmatico, temperatura del magma e contenuto di fase fluida), delle rocce incassanti (conduttività termica, fratturazione e contenuto di fluidi) e dalla durata del riscaldamento. L’aureola metamorfica del Plutone della Valle del Cervo ha una distribuzione irregolare essendo più ampia nella parte settentrionale (fig. 2); il motivo va ricercato nelle caratteristiche petrologiche delle rocce incassanti (micascisti eclogitici, gneiss minuti e gneiss occhiadini) e nella diversa permeabilità delle stesse alla circolazione dei fluidi. Il magmatismo oligocenico periadriatico è stato un evento che ha un’età di 33-29 milioni di anni e si manifesta con un insieme di plutoni, filoni e vulcaniti; nel Biellese il Plutone della Valle del Cervo, le coperture vulcaniche (andesiti) e lo Stock di Miagliano appartengono a queste manifestazioni magmatiche. La ricostruzione del segnale magnetico delle rocce dei due plutoni citati ha permesso di ricostruire la loro posizione originaria e di stabilire che lungo la Linea Insubrica è avvenuta la rotazione di interi blocchi di crosta coinvolgendo anche i plutoni della Valle del Cervo e di Miagliano (PASCHETTO, 2020). La rotazione è avvenuta durante il tardo Terziario, ha comportato l’esposizione di sezioni crostali poco profonde nelle valli Cervo e Sessera, che insieme alla distribuzione asimmetrica dell’aureola metamorfica del Plutone della Valle del Cervo e alla diffusa presenza di attività idrotermale a sud-est dello stesso, in porzioni delle rocce Sesia-Lanzo originariamente al tetto dell'intrusione, costituiscono ulteriori prove dell’avvenuta inclinazione (ROSSETTI et al., 2007). Le cornubianiti presenti nell’aureola metamorfica del Plutone della Valle del Cervo sono facilmente osservabili, tuttavia nell’alveo del Torrente Cervo al margine meridionale del Plutone queste rocce si presentano ben esposte. Le cornubianiti presenti intorno al Plutone della Valle del Cervo sono state studiate in dettaglio da FIORENTINI POTENZA (1969) che, nello studio, prende in considerazione il movimento di elementi avvenuto per l’azione metasomatica del magma intruso sulle pareti delle rocce incassanti; le cornubianiti che si sono formate in seguito a questo processo sono denominate in modo diverso a seconda dei settori di aureola metamorfica presi in considerazione e in funzione dei litotipi dai quali derivano; le cornubianiti presenti a sud-sud-est di Frazione Bogna (Campiglia Cervo) sono derivate da micascisti eclogitici e definite cornubianiti biotitiche violacee. In questo settore le cornubianiti sono esposte nell’alveo del Torrente Cervo, a valle del ponte sul quale passa il sentiero che unisce le frazioni Bogna e Riabella (itinerario E12); le rocce presentano vene di tormalina dovute al termometamorfismo delle rocce incassanti che ha formato questo minerale borosilicato con composizione che può variare a seconda degli specifici elementi chimici presenti; l’alveo del torrente è scavato in queste rocce molto dure e resistenti all’erosione che si presentano con forme tipiche e prive di patine di alterazione (figg. 3-9). Le cornubianiti si possono osservare a partire da circa 180 metri dal ponte citato sino ad un altro ponte situato più a valle che serve per l’accesso ad una piccola centrale idroelettrica e anche al di fuori dall’alveo, nelle vicinanze. Al margine del terrazzo alluvionale, situato sulla destra orografica del tratto di torrente citato, una frana di crollo permette di vedere le superfici fresche delle cornubianiti che costituiscono le rocce di versante (figg. 10-12); è interessante anche l’alveo del Rio Luchiama, affluente di destra del Torrente Cervo, scavato nelle cornubianiti e raggiungibile passando al di sotto della condotta forzata che alimenta la centrale idroelettrica citata (figg. 13-14). I toponimi indicati sono stati tratti da (1).
(1) PROVINCIA DI BIELLA (2018) - Carta dei sentieri: BIELLESE nord occidentale, foglio 2. Scala 1:25.000. Biella.
BIBLIOGRAFIA
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Fig. 1. Schema geologico della Valle Cervo (da ARPA PIEMONTE, 2009, p. 2).
Fig. 2. Schizzo geolologico delle valli Cervo e Sessera (da ROSSETTI et al., 2007, p. 225).
Fig. 3. Alveo del Torrente Cervo scavato nelle cornubianiti.
Fig. 4. Affioramento di cornubianiti.
Fig. 5. Particolare dell'immagine precedente.
Fig. 6. Scanalatura dovuta alla corrasione fluviale su roccia compatta.
Fig. 7. Cornubianite.
Fig. 8. Sviluppo di mineralizzazione a tormalina.
Fig. 9. Sviluppo di mineralizzazione a tormalina.
Fig. 10. Frana di crollo costituita da blocchi di cornubianite.
Fig. 11. Particolare dell'immagine precedente.
Fig. 12. Cornubianite facente parte del materiale di frana.
Fig. 13. Alveo del Rio Luchiama scavato nelle cornubianiti.
Fig. 14. Cornubianite presente nell'alveo del Rio Luchiama.