Sienite, Torrente Elvo
La sienite è una roccia magmatica intrusiva e nel Biellese è parte integrante del plutone terziario della Valle del Cervo. Il plutone presenta una caratteristica struttura ad anelli subconcentrici per intrusioni successive con un un nucleo granitico porfirico, una fascia mediana discontinua di sienite e un anello esterno di monzonite. Il Torrente Cervo attraversa e incide il plutone quindi la presenza di sienite e delle altre rocce plutoniche nel greto è una cosa del tutto ovvia. Nel greto del Torrente Elvo, nel tratto dove incide l’alta pianura biellese, sono frequenti ciottoli e massi di sienite facilmente riconoscibili per il loro aspetto caratteristico e che possono essere presi come riferimento per capire una cosa che non appare ovvia considerato che nel bacino idrografico della Valle Elvo non esiste la sienite. La spiegazione va cercata nella storia geologica del territorio. Nel Pliocene (5,3-2,6 milioni di anni fa) non esisteva ancora la Pianura Padana ma al suo posto esisteva il Golfo Pliocenico Padano occupato da un caldo mare tropicale che arrivava a lambire anche il territorio dell’attuale Biellese. Il sollevamento tettonico e l’apporto di detriti da parte dei corsi d’acqua ha portato ad un ritiro del mare che nel territorio biellese e canavesano risale a circa 3,5 milioni di anni fa sostituito gradualmente da una pianura. I corsi d’acqua delle varie valli continuando a distribuire i loro sedimenti hanno dato luogo a conoidi coalescenti e addentellati fra di loro formando un’estesa pianura alluvionale. Questa pianura si estendeva tra Biellese e Canavese in quanto l’Anfiteatro Morenico d’Ivrea non esisteva ancora e il reticolo idrografico durante il Pleistocene inferiore era diverso da quello attuale con la Dora Baltea che all’uscita dalla Valle d’Aosta raggiungeva l’area oggi occupata dalla pianura biellese occupandola nella parte occidentale con il proprio conoide. I torrenti Viona, Elvo, Oropa e Cervo confluivano le loro acque in essa. Il Torrente Cervo all’uscita dalla propria valle aveva un percorso completamente diverso dall’attuale e si dirigeva verso sud. La tendenza globale al raffreddamento iniziata circa 3,5 milioni di anni fa con successivo sviluppo di rapidi cicli climatici, che sono diventati particolarmente ampi nel corso del Pleistocene, ha dato luogo alle pulsazioni glaciali avvenute dalla fine del Pleistocene inferiore e durante tutto il Pleistocene medio e superiore. Nel corso delle glaciazioni succedutesi il ghiacciaio della valle della Dora Baltea ha edificato le cerchie moreniche che costituiscono l’Anfiteatro Morenico d’Ivrea che hanno sbarrato il corso verso la Dora al Torrente Cervo e agli altri torrenti citati con la modificazione del reticolo idrografico della zona e convogliando così anche le loro acque verso il bacino del Sesia. Ovviamente i torrenti continuarono ad apportare i loro carichi alluvionali fuori dalle vallate e durante le fasi di espansione e di ritiro glaciale si sono succedute fasi di accumulo ed erosione che hanno creato l’aspetto morfologico dell’attuale pianura biellese caratterizzata da una serie di terrazzi fluviali. Il Torrente Cervo nel Pleistocene medio e superiore ha dato luogo al paleoconoide che si estende verso Verrone e Salussola per poi spostarsi nel tempo verso est contribuendo in maniera rilevante a determinare l’aspetto dell’attuale paesaggio. La formazione di quel settore dell’attuale alta pianura biellese che costituisce l’Unità di Borriana è il prodotto della sedimentazione dei paleoconoidi alluvionali dei torrenti Cervo ed Elvo avvenuta nella parte alta del Pleistocene medio. Questi depositi fluviali in una successiva fase erosiva tuttora perdurante sono stati rimodellati dal Torrente Elvo con la formazione di scarpate d’erosione nei sedimenti dell’Unità di Borriana alla formazione della quale ha contribuito anche il paleoconoide del Torrente Cervo, motivo per cui nel greto del Torrente Elvo si rinvengono ciottoli e massi di sienite sia integri che in stato di disfacimento. Le immagini documentano la presenza di una scarpata di notevoli dimensioni, dissecata dal Torrente Elvo a sud-sud-ovest di Cascina Minazia (Mongrando), che espone i depositi fluviali dell’Unità di Borriana, nonché ciottoli e massi di sienite nel greto del Torrente Elvo a sud-ovest di Cascina Gillino (Mongrando) e a sud-est della Passerella di Borriana dove è documentata anche la presenza di una modesta scarpata modellata nei depositi fluviali dell’Unità di Borriana nei quali si possono osservare ciottoli di sienite facenti chiaramente parte del corpo sedimentario.
BIBLIOGRAFIA
GIANOTTI F. (1996) - Bessa, paesaggio ed evoluzione geologica delle grandi aurifondine biellesi. Quaderni di Natura Biellese. Eventi & Progetti Editore, Vigliano Biellese.
Fig. 1. Scarpata che espone i depositi fluviali dell'Unità di Borriana a sud-sud-ovest di Cascina Minazia.
Fig. 2. Masso di sienite.
Fig. 3. Masso di sienite.
Fig. 4. Masso di sienite in stato di disfacimento.
Fig. 5. Masso di sienite in stato di disfacimento.
Fig. 6. Masso di sienite.
Fig. 7. Ciottolo di sienite.
Fig.8. Spaccato del ciottolo dell'immagine precedente.
Fig. 9. Scarpata modellata nei depositi fluviali dell'Unità di Borriana che presenta ciottoli di sienite facenti parte del corpo sedimentario.
Fig. 10. Ciottolo sienitico indicato dal martello nella scarpata modellata nei depositi fluviali dell'Unità di Borriana.
Fig. 11. Scarpata modellata nei depositi fluviali dell'Unità di Borriana che presenta ciottoli di sienite facenti parte del corpo sedimentario.
Fig. 12. Particolare dell'immagine precedente.